Ko Samet

Di: giusepe

Feb 2 PM

Categoria: Thailand, Travel

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Apertura:f/8
Lunghezza focale:4.6mm
ISO:100
Otturatore:1/0 s
Fotocamera:DMC-FX30

Il bello di vivere a Bangkok è che, specialmente quando una festività cade di lunedì, andare a cercare un po’ di tranquillità in un’isoletta tropicale, costa pochissimo, sia in termini di tempo che di denaro.

Così, con la scusa di fare vedere ad Ana un po’ di Thailandia, visto che lunedì prossimo finirà il suo mese lavorativo nella scuola dove insegna Lucija, abbiamo fatto una valigia veloce e, insieme anche alla mezza iraniana e mezza svedese Misha, siamo partiti alla volta di Ko Samet, senza prenotare nulla, con gli appunti di thailandese dietro, unica distrazione concessa tra un tuffo in mare e un paio d’ore al sole.

Il non prenotare si è rivelato essere un errore che potevamo pagare a caro prezzo, invece dopo una scheda del telefono finita, due ore perse su e giù per l’isola e la parola “full” ripetutaci circa una ventina di volte, l’unico prezzo che abbiamo dovuto pagare è stato quello per un bungalow non molto caratteristico, ma almeno vicino alla spiaggia. Spiaggia che, nei primi due giorni, ci ha offerto un mare non troppo limpido e che, nel pomeriggio del secondo giorno, ci ha costretto a cambiare i nostri piani.

Dovete sapere che Ko Samet è un’isoletta che si sviluppa in lunghezza e che, nei suoi soli 6 chilometri nel lato orientale, si trova la maggior parte delle spiaggie, mentre nel lato ovest, ancora incontaminato, c’è posto solamente per una piccola baia, con un resort con camere da 200 euro a notte, una spiaggia dalla sabbia color bianco cremoso e un’acqua talmente trasparente da poter essere confusa con acqua da bere, una volta messa in una bottiglietta: senza essere considerati troppo blasfemi, quello che si può definire un piccolo paradiso terrestre.

Una birra bevuta su una scogliera al tramonto, fino a che il sole non diventa un piccolo cerchio violaceo, la quantità e la qualità di pesce alla griglia mangiato, la bottiglia di vino bianco bevuta in compagnia per festeggiare i 6 anni che io e la Lucija abbiamo passato insieme (è proprio in questa compagnia che si nasconde uno dei tanti segreti del nostro stare insieme), hanno fatto il resto, in una tre giorni di completo relax, sole e le solite risate.

Il perchè, l’ultimo giorno, proprio quando uno deve venire via, ci sia sempre delle giornate perfette per fare tutt’altro che tornarsene a casa, è un mistero che ancora non sono riuscito a risolvere, in nessun paese in cui finora sono stato.

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